CHATTING WITH SOLETERRE
Non c’è guerra che non colpisce la nostra sensibilità.
Non c’è conflitto che non ci mette in discussione come persone e abitanti di questo mondo.
Non c’è giorno che non speriamo di vedere la fine di questo scontro che sta caratterizzando, purtroppo da mesi, la nostra Europa.
Abbiamo deciso di supportare una associazione, Soleterre, così da dare il nostro contributo come cittadini di un mondo sognatore di pace.
Come e quando nasce l’associazione? Soleterre nasce vent’anni fa su iniziativa di sei persone tra cui il nostro presidente Damiano Rizzi, con l’obiettivo di promuovere il Diritto alla Salute e di assicurare le migliori cure a chiunque.
Occuparci delle condizioni di vita delle persone più vulnerabili per noi equivale a eliminare disuguaglianze e discriminazioni, portare diagnosi e medicine dove non ci sono , migliorare le infrastrutture sanitarie nelle terre sole, da cui il nome della Fondazione.
Cosa è cambiato, per associazioni come la vostra, con l’emergenza Covid 19? Appena scattata l’emergenza Coronavirus, ci siamo attivati dapprima in Italia e poi negli altri Paesi in cui operiamo per essere vicini non solo ai bambini malati di cancro e alle loro famiglie, ma a tutti coloro che avevano bisogno: medici, infermieri, pazienti COVID. Siamo partiti dal Policlinico S. Matteo di Pavia, uno dei venti ospedali con cui collaboriamo nell’ambito del programma internazionale di oncologia pediatrica “Grande contro il Cancro” da subito in prima linea, avendo ricevuto e curato il paziente ‘1’. Abbiamo attivato immediatamente un team di 14 psicologi. Siamo stati in prima linea nei reparti di Pronto Soccorso, Rianimazione e Malattie Infettive, istituendo anche un servizio gratuito di ascolto a distanza in video-conferenza o chiamata per i parenti dei ricoverati. Il Coronavirus ha lasciato segni profondi in coloro che ne sono stati coinvolti emotivamente, per fronteggiare quella che è ora un’emergenza psicologica, abbiamo lanciato un “Fondo nazionale per il supporto psicologico COVID-19” e avviato il progetto “Rientro a scuola”, il cui obiettivo è garantire a studenti, docenti e genitori un adeguato supporto psico-emotivo durante il periodo scolastico.
Quanto è fondamentale nel vostro operato il supporto psicologico dato a bambini e famiglie? Facciamo nostra la definizione di Salute dell’OMS per cui la salute non è soltanto assenza di malattia, ma corrisponde a uno stato di completo benessere psico-fisico.
Per questo motivo per aumentare le possibilità di guarigione, oltre a migliorare la diagnosi e la terapie mediche ci occupiamo del benessere emotivo, psicologico e relazionale dei bambini malati di tumore e delle loro famiglie. I nostri psicologi intervengono dalla fase di comunicazione della diagnosi e rimangono al fianco delle famiglie e dei minori durante tutto il percorso di cura, prestando loro conforto e ascolto. È provato che l’aderenza alle terapie è più efficace quando il paziente, anche piccolo, è in una condizione di maggiore serenità.
In che modo operate? Nello specifico nell’emergenza Ucraina come è stata ed è affrontata questa guerra? Siamo presenti in Ucraina da 19 anni per garantire cure mediche, accoglienza e sostegno psico-sociale a bambini e adolescenti malati di cancro e alle loro famiglie.
Dal 24 febbraio, allo scoppio della guerra, ci siamo trovati ad operare in piena emergenza per mettere in salvo i bambini accolti nella nostra casa accoglienza di Kyiv e quelli ricoverati negli ospedali della città. Le operazioni sono state complesse da coordinare, in questi due mesi abbiamo strutturato azioni finalizzate a fronteggiare la crisi. Abbiamo sostenuto fin da subito i reparti degli ospedali con cui già collaboravamo (l’Istituto Nazionale del Cancro e l’Istituto di Neurochirurgia di Kyiv e l’Ospedale Regionale di Lviv) rifornendoli di medicinali per garantire la continuità terapeutica ai bambini e organizzato voli sanitari verso gli ospedali italiani. Soleterre è stata la prima ONG a livello europeo a organizzare questo tipo di voli, si tratta di trasporti sanitari medicalmente assistiti con a bordo medici, infermieri, psicologi e mediatori.93 minori malati con le loro mamme sono oggi ricoverati in ospedali italiani. Abbiamo anche rafforzato la presenza di psicologi sia nei reparti, sia nei centri di accoglienza polacchi di Przemysl e Mylny. Il supporto psicologico è fondamentale vista la drammaticità della situazione che i profughi stanno vivendo. Oltre ad accogliere i pazienti oncologici in transito verso l’Italia e a intercettare quelli sfuggiti ai canali ufficiali, i nostri psicologi offrono un primo sostegno a donne, minori e persone anziane che presentano segni evidenti di disturbi da stress post traumatico.
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