CHATTING WITH BELT BAG
#INTERVIEW
Una chiacchiera informale con Francesca, anima di BELT BAG, incontrata sul set della sua ultima produzione firmata EPHOTO.
Ciao Francesca, cosa vuol dire fare upcycling?
Il processo di upcycling rappresenta uno stile di vita oltre che un processo riguardante la manifattura.
Concettualmente vuol dire ridare valore a ciò che è già stato usato e che ha esaurito la sua funzione per chi lo ha posseduto. In altre parole, significa riutilizzare la materia e gli oggetti più e più volte ricontestualizzandoli attraverso la creatività e la progettazione.
È importante non confondere l’upcycling con il recycling: oggi si parla di upcycling anche per il processo di rigenerazione industriale dei materiali molto simile al riciclo, anch’esso importante ma con un impatto più elevato sull’ambiente rispetto all’upcycling artigianale.
Come può il sistema moda contribuire verso il nostro pianeta e la sostenibilità?
Il sistema moda ha una responsabilità enorme verso l’ambiente e le persone, di cui si rende conto solo in parte. Responsabilità etica in termini di rapporto educativo nei confronti dei consumatori: la comunicazione delle case di moda ha un forte impatto sulla psiche delle persone e va gestita in modo etico e sano non utilizzando strumenti manipolatori finalizzati all’acquisto forsennato o creando differenze e discriminazione sociale attraverso trend e alte gamme con prezzi esorbitanti.
Responsabilità sociale: restituendo il giusto valore ai diritti dei lavoratori in termini di sicurezza sui luoghi di lavoro, orari e salario. Responsabilità ambientale: creando dei sistemi di produzione avanzati che evitino il surplus di produzione e migliorando la qualità dei materiali. L’utilizzo della materia prima attraverso processi di upcycling, rigenerazione dei capi e investimenti sulle nuove tecnologie di stampa 3D rappresentano un valido aiuto per una forte riduzione degli scarti tessili.
Come nasce il marchio Belt Bag?
Belt Bag nasce in seno alla coop ODR da un’idea di Francesca Patania e Aurelia Laurenti, designer già impegnate sullo studio dell’upcycling di abbigliamento post consumo.
Nel 2007 Aurelia e Francesca sentono l’esigenza di aprirsi al mondo dell’accessorio moda progettando una linea di articoli realizzati esclusivamente con cinture di sicurezza delle automobili. Solitamente le cinture non vengono riciclate e in genere sono destinate all’incenerimento insieme a tutto il car fluff dell’auto. È questo il motivo che spinge Francesca e Aurelia a dare vita alla linea e al marchio.
In cosa si differenzia Belt Bag?
Le cinture di sicurezza hanno una resistenza di carico di 2 tonnellate, la durevolezza dunque è una delle caratteristiche principali che distingue il marchio insieme all’originalità del design. Non meno l’importanza della mission basata, sulla sostenibilità sociale e ambientale, ODR è una coop sociale Onlus che impiega personale appartenente a categorie protette.
Come e quando nasce l’idea di inserire le cinture di sicurezza delle automobili?
Lo studio delle cinture di sicurezza, iniziato nel 2007, ci ha condotto all’ideazione e progettazione della prima linea e alla nascita del marchio stesso. Materiale post consumo in poliestere apprettato di elevata durevolezza e spiccate caratteristiche di lucentezza: la cintura di sicurezza ha rappresentato la nostra fonte di ispirazione.